La nostra Storia

Storia della Fondazione

Nel cuore del Medio Mantovano, Villa Carpaneda rappresenta un’elegante testimonianza della tradizione signorile lombarda. Costruita nel 1822, la villa nacque come residenza di villeggiatura, immersa nella quiete della campagna rodighese. Il suo ampio parco e gli elementi neoclassici ne facevano un simbolo di raffinatezza e prestigio. Un nome strettamente legato alla villa è quello di Beschi Franceschina, vedova Carpaneda, ultima proprietaria della dimora prima del suo passaggio a una nuova funzione collettiva. Fu lei a cederla al consorzio di comuni del Mantovano, tra cui Rodigo, affidandola alla guida di una figura di grande visione: il Cav. Uff. Filippo Fantina. Quest’ultimo, primo presidente del consorzio, ideò, promosse e attuò la trasformazione della villa in una casa di riposo per la vecchiaia. Con profonda dedizione, resse le sorti della struttura per tutta la sua vita, governandola con quello che la targa commemorativa ricorda come “intelletto d’amore”. La trasformazione della villa iniziò nel 1906, accompagnata dalla collaborazione di 14 comuni mantovani che, attraverso un Consiglio di Amministrazione, ne supervisionarono l’evoluzione. Nel 1914, Villa Carpaneda fu riconosciuta come Ente Morale (IPAB), consolidando la sua missione assistenziale. Con il riordino normativo del 2003, l’ente si adeguò alle nuove esigenze del welfare regionale, e nel 2014 assunse la denominazione di “Fondazione Villa Carpaneda Onlus”, diventando ufficialmente un centro di eccellenza dedicato alla cura delle persone fragili. Oggi, Villa Carpaneda mantiene viva la sua doppia anima: da un lato, il ricordo di una dimora aristocratica, dall’altro, la sua vocazione di servizio alla comunità, frutto della visione e dell’amorevole impegno di coloro che hanno segnato il suo destino.

Il Decreto del Re Vittorio Emanuele

Nel contesto delle politiche assistenziali del primo Novecento, il 15 ottobre 1914, Re Vittorio Emanuele III, sovrano del Regno d’Italia, emanò un decreto fondamentale per la comunità mantovana: la costituzione del Ricovero Intercomunale per la Vecchiaia di Rodigo come Ente Morale con autonomia amministrativa. L’atto legislativo rappresentò un momento di svolta per l'assistenza agli anziani, sancendo il riconoscimento ufficiale della struttura e garantendo la sua operatività nel rispetto delle normative vigenti. Il decreto reale, redatto su proposta del Ministero degli Affari Interni, approvò anche lo Statuto Organico, composto da 24 articoli, regolando la gestione e il funzionamento del ricovero. Alla base di questa trasformazione vi era la volontà di consolidare un centro di accoglienza per i cittadini più fragili, un principio che si inseriva nelle politiche di beneficenza e assistenza pubblica dell’epoca. La deliberazione fu supportata dal Consiglio di Stato e dalle amministrazioni di 14 comuni mantovani, tra cui Rodigo, che contribuirono alla realizzazione e allo sviluppo della struttura. Il decreto, sigillato e inserito nella raccolta ufficiale delle leggi del Regno d’Italia, sancì definitivamente l’inizio di un’istituzione destinata a diventare un punto di riferimento per l’assistenza agli anziani nella provincia di Mantova.

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